Scritto da: Francesco Penta
La pazienza della pesca,
stivali di gomma immobili
nella corrente veloce.
Danza sfuggente
la carpa attorno all'amo,
sazia non lo abbocca.
Ha da fare nel traffico
del fiume, denso
come quello urbano
nell'ora di punta.
Il motivo del suo correre
è pari al mio?
Non pesco per fame,
se no sarei già morto;
ma per sentire addosso
l'attesa, lo scorrere del tempo
bagnato e liquido
come l'acqua in cui sono immerso.
Impermeabile nell'umidità,
testa fuori, ossigeno e nulla più.
Dove siamo diretti
mentre stiamo ad aspettarci?

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