Ella è rimasta ancorata
a una vecchia casa in pietra

il suo fiato è fantasma
e dallo specchio trasuda.

Ella è frutto maturo
di un albero già morto.

Ride e nello stomaco ha
lucciole che non si spengono

e la senti quanto ti corre
nella bocca, solletica
i denti, sposta
le parole e s'imbroncia.

Perché ella è eterna come il vento
e come la pioggia ed eterno
è il suo tendere alla fuga

i bambini già invecchiati
nella culla scontano un ritorno,
un tempo di profumi
e canto, cresciuto
nelle crepe del mondo,
un ritorno senza passaporto.
Composta sabato 23 aprile 2016

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